Ogni quanto dovresti andare di corpo per dire di star bene: la verità dei medici

La frequenza con cui una persona dovrebbe andare di corpo viene spesso considerata uno degli indicatori chiave dello stato di salute dell’apparato digerente, ma la scienza medica sottolinea come non esista una regola assoluta valida per tutti. Secondo diversi studi clinici recenti, il range fisiologico per una persona adulta in buona salute è **molto ampio** e va da due volte al giorno a tre volte alla settimana, purché non siano presenti disturbi, dolore o altre anomalie evidenti.

La variabilità fisiologica: cosa significa essere “regolari”

Nel linguaggio medico la “regolarità intestinale” non si traduce automaticamente in una frequenza standard di evacuazione, quanto piuttosto nella capacità dell’intestino di conservare un ritmo costante e una consistenza regolare delle feci. Ciò che conta davvero è l’assenza di sintomi quali gonfiore, dolore durante l’evacuazione, feci eccessivamente dure o liquide, oppure la sensazione di svuotamento incompleto.

Molti specialisti sottolineano che è normale che ci siano persone che evacuano ogni giorno e altre persone che hanno un ritmo di due-tre volte alla settimana. Entrambi i ritmi, se costanti e non associati a disturbi, possono essere considerati sani. La regolarità, cioè la capacità del proprio organismo di mantenere il proprio ritmo nel tempo, si rivela più significativa della frequenza di per sé.

Fattori che influenzano la frequenza: dal microbiota allo stile di vita

Dati emergenti hanno messo in luce come la frequenza delle evacuazioni abbia un impatto diretto sulla composizione del microbiota intestinale, l’insieme di batteri che popolano il tratto digestivo umano e sono essenziali per la salute di tutto l’organismo. Quando il transito intestinale rallenta eccessivamente – condizione nota come stitichezza – i batteri intestinali consumano l’intera fibra alimentare disponibile producendo acidi grassi a catena corta, benefici per il corpo. Tuttavia, una prolungata permanenza delle feci nell’intestino comporta l’esaurimento della fibra e l’avvio della fermentazione delle proteine, con conseguente produzione di composti tossici che possono entrare nel circolo sanguigno e, alla lunga, implicare rischi per la salute di fegato e reni.

Al contrario, anche evacuare troppo spesso – ossia più di tre volte al giorno – è stato associato a una maggiore incidenza di infiammazioni intestinali, problemi epatici e rischio di malattie croniche. Tali risultati, pur non dimostrando una diretta causalità, evidenziano l’importanza di mantenere un transito intestinale regolare e non estremo.

Le cause delle variazioni nel ritmo intestinale sono molteplici e comprendono:

  • La dieta: un’alimentazione ricca di fibre, frutta, verdura, cereali integrali, semi e noci, favorisce una buona regolarità. Diete povere di fibra o ricche di grassi animali possono facilitare la stitichezza.
  • L’idratazione: bere acqua a sufficienza facilita la formazione di feci morbide e un transito più fluido negli intestini.
  • Attività fisica: il movimento stimola la peristalsi intestinale e riduce il rischio di rallentamenti del transito.
  • Stato psicologico: stress, ansia e cambiamenti nello stile di vita possono alterare temporaneamente le abitudini intestinali.
  • Farmaci o patologie: alcuni medicinali o condizioni di salute, come il diabete o l’ipotiroidismo, possono condizionare significativamente l’attività intestinale.
  • Quando è opportuno consultare un medico?

    Anche se la variabilità tra individui è elevata, cambiamenti improvvisi o persistenti nelle proprie abitudini vanno sempre ascoltati con attenzione. È bene rivolgersi ad uno specialista in caso di:

  • Modifica repentina e duratura della frequenza (ad esempio, da una volta al giorno a una volta ogni 3-4 giorni o viceversa)
  • Presenza di sangue nelle feci
  • Dolore nel corso dell’evacuazione
  • Feci eccessivamente dure o liquide per più giorni consecutivi
  • Persistente gonfiore addominale
  • Sensazione di svuotamento incompleto spesso ricorrente
  • Questi segnali possono essere la spia di una condizione patologica sottostante che richiede approfondimenti. In assenza di sintomi, invece, anche una frequenza apparentemente fuori dalla media potrebbe rientrare nella normalità individuale.

    L’importanza dell’ascolto del proprio corpo e le strategie per il benessere intestinale

    Gli specialisti concordano che l’aspetto fondamentale della salute intestinale risiede nella consapevolezza del proprio ritmo e nel saper riconoscere i segnali di possibili problemi. Mantenere uno stile di vita corretto rappresenta la migliore prevenzione per la salute dell’apparato digerente:

  • Rispettare un’alimentazione ricca di fibre e variegata
  • Bere adeguate quantità di acqua ogni giorno
  • Mantenere un livello di attività fisica costante
  • Gestire lo stress con tecniche di rilassamento o attività ricreative
  • Non trascurare segnali anomali e rivalutare lo stile di vita in caso di cambiamenti improvvisi
  • In generale, la “normalità” intestinale è un concetto relativo: ciò che importa davvero è che il proprio ritmo intestinale sia costante, non associato a disturbi e coerente con il proprio benessere. La ricerca più recente conferma che non esiste un numero giusto valido universalmente: per la maggior parte degli adulti, evacuare tra due volte al giorno e tre volte alla settimana è perfettamente fisiologico, a patto che non vi siano sintomi. Le variazioni occasionali legate a cambiamenti di dieta, viaggi o periodi di stress sono normali, ma i cambiamenti persistenti meritano sempre un approfondimento medico.

    Il benessere intestinale si costruisce giorno dopo giorno, imparando ad ascoltare il proprio corpo, adottando uno stile di vita sano e non sottovalutando eventuali segnali di disagio. I medici, oggi più che mai, invitano a **non fissarsi su numeri o stereotipi**, ma a ricercare un equilibrio personalizzato che sia specchio della salute globale dell’individuo.

    Lascia un commento