Vedi bottiglie d’acqua sparse per strada o nei giardini? Ecco il motivo sorprendente legato ai gatti

Le bottiglie d’acqua sparse sui marciapiedi e nei giardini delle città italiane rappresentano un fenomeno che incuriosisce sia residenti che turisti. In molti casi, la loro presenza non è casuale e racchiude una motivazione legata alla convivenza tra persone e gatti, specialmente nelle aree dove questi animali sono liberi di muoversi tra proprietà private, parchi e orti urbani.

Una credenza diffusa: il ruolo delle bottiglie d’acqua come dissuasori

Da decenni, è radicata la convinzione che posizionare bottiglie di plastica piene d’acqua nei giardini o lungo i bordi dei marciapiedi aiuti a tenere lontani i gatti da determinate aree. Secondo questa tradizione popolare, il riflesso di luce generato dalla superficie lucida della bottiglia e dall’acqua all’interno disturberebbe la vista dei felini, spingendoli ad evitare la zona, oppure li confonderebbe impedendo loro di identificare chiaramente il territorio come “adatto” per i bisogni fisiologici o la marcatura tramite urina. Alcuni sostengono che l’animale si senta minacciato dall’effetto specchio o da una percezione distorta dello spazio, sviluppando una forma di diffidenza verso quella porzione di terra protetta dalla bottiglia.

L’usanza si è diffusa soprattutto a partire dagli anni Ottanta, con il passaparola tra vicini e agricoltori, fino a diventare una pratica frequente in molte regioni italiane, sia nelle aree urbane sia in campagna. Non è raro vedere bottiglie d’acqua schierate lungo muretti, tra le aiuole fiorite, accanto ai vasi e persino davanti agli ingressi degli esercizi commerciali, a testimonianza di quanto radicata sia questa credenza nel tessuto sociale italiano .

Validità ed efficacia del metodo: mito o realtà?

Nonostante la pervasività di questa abitudine, gli esperti in comportamento animale e veterinari concordano nel sostenere che si tratta di una leggenda metropolitana priva di riscontri scientifici. Nessun studio etologico riconosciuto ha confermato l’efficacia delle bottiglie d’acqua come deterrente per i gatti, e anzi, molte ricerche hanno evidenziato come i felini siano animali estremamente adattabili, capaci di aggirare facilmente piccoli ostacoli visivi o oggetti estranei posti nel loro ambiente .

La spiegazione della loro eventuale “diffidenza” può essere ricondotta a una momentanea curiosità o cautela nei confronti di un oggetto nuovo, ma non si può parlare di un vero e proprio effetto repellente permanente. I gatti, dopo una prima esplorazione, tendono a ignorare le bottiglie e continuano a frequentare i luoghi a loro congeniali, specialmente se vi trovano lettiere improvvisate come aiuole, orti o fioriere .

A livello pratico, la diffusione della bottiglia come rimedio anti-gatto si è tramandata per generazioni, grazie a narrazioni popolari spesso rafforzate dall’associazione tra il gesto e una diminuzione casuale delle visite feline in alcuni contesti. Di fatto, la sua reputazione non poggia su fondamenti oggettivi e scientifici, ma su testimonianze aneddotiche e sulla volontà, talvolta ingenua, di trovare soluzioni semplici a un problema di convivenza urbano.

Il comportamento naturale dei gatti e le alternative

I gatti domestici, così come quelli randagi o selvatici, hanno caratteristiche comportamentali molto particolari. Sono generalmente riservati, attenti all’ambiente in cui si muovono e assai selettivi nella scelta dei luoghi dove effettuare la marcatura del territorio o i propri bisogni. Nonostante ciò, si adattano con facilità a cambiamenti ambientali non invasivi, come la presenza di oggetti inanimati, tra cui appunto le bottiglie d’acqua. In molti casi, ciò che realmente influenza la scelta di un’area da frequentare non è la presenza di una bottiglia, ma piuttosto le condizioni di pulizia, l’eventuale presenza di cibo o acqua, la tranquillità e la sicurezza del luogo .

Nel caso dei gatti di famiglia, la salute e il benessere passano innanzitutto dalla disponibilità di acqua fresca, pulita e facilmente accessibile. La posizione delle ciotole, la varietà di materiali e forme, e persino l’uso di fontanelle possono stimolare i felini a bere di più, prevenendo problemi legati alla disidratazione e alle patologie delle vie urinarie. Per i gatti randagi, invece, l’accesso all’acqua assume un valore ancor più importante, soprattutto nei mesi più caldi, e la presenza di bottiglie d’acqua chiuse e inutilizzabili può diventare persino dannosa se la zona non offre fonti alternative di idratazione.

  • Per disincentivare la visita dei gatti in orti e giardini privati, gli esperti consigliano metodi alternativi più efficaci, come l’utilizzo di piante aromatiche dall’odore sgradito ai felini, barriere fisiche non invasive o repellenti naturali specifici.
  • Favorire una corretta informazione tra vicini e residenti aiuta a smontare miti tramandati dal passaparola, promuovendo soluzioni rispettose per animali e ambiente.

Curiosità, usanze e nuove interpretazioni

Se da una parte la bottiglia d’acqua in giardino rappresenta un curioso esempio di folklore urbano, dall’altra diventa una finestra sulla ricchezza di tradizioni e racconti legati al rapporto tra uomo e animale. Oltre allo scopo “repressivo”, è interessante notare come alcune persone utilizzino le bottiglie come indicatori visivi per delimitare spazi, segnalare la presenza di aiuole appena seminate o semplicemente per abitudine, senza pretese di efficacia contro i felini.

Recentemente, la maggiore sensibilità verso le necessità degli animali e l’accesso a fonti informative aggiornate ha portato molte comunità a ripensare queste pratiche. Sono cresciute le iniziative a favore dei coloni felini urbani, con la realizzazione di aree dedicate attrezzate con rifugi e fontanelle, riducendo così il conflitto con gli spazi privati e favorendo una convivenza armoniosa.

In sintesi, la presenza di bottiglie d’acqua sparse per strada o nei giardini trova origine in una credenza popolare che attribuisce loro la funzione di dissuadere i gatti dall’attraversare o frequentare certi luoghi. Nonostante la diffusione del fenomeno e il fascino della narrazione che lo accompagna, la scienza e gli esperti concordano nell’affermare che si tratta di un rimedio inefficace, basato su miti più che su dati oggettivi. Nel rapporto con i felini, la conoscenza approfondita e il rispetto delle loro esigenze rappresentano la chiave per soluzioni durature e innovative, capaci di valorizzare la relazione tra uomo e animale all’interno del contesto urbano.

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